Celedryn

Diete chetogeniche, perdita di peso, malassorbimento intestinale

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Informazioni nutrizionali

Quantitativi per 1 misurino:

Ingrediente Quantità
Acido caprilico MCT C8 5 grammi

Ingredienti

Acido caprilico (Trigliceridi a media catena C8)

Modo d’utilizzo

Si consiglia di seguire il seguente protocollo per l’integrazione di acidi grassi a media catena. Dal primo al terzo giorno, 5-7 grammi, pari a 1-1,5 misurino/i al giorno; dal terzo al settimo giorno, 10 grammi pari a 2 misurini al giorno; dal settimo giorno in poi, 15 grammi al giorno pari a 3 misurini. Confezionato in flaconi da 150 grammi.

Cautela d’utilizzo

Durante la gravidanza e l’allattamento è opportuno sentire il parere del medico. La contestuale assunzione di trigliceridi a media catena potrebbe facilitare l’assorbimento intestinale di farmaci liposolubili, vitamine liposolubili, carotenoidi, polifenoli lipofilici, acidi grassi essenziali, magnesio, calcio e di fitoterapici lipofili.

Attenzione

L’uso di trigliceridi a media catena dovrebbe avvenire con particolare cautela, e sotto la stretta supervisione medica, nei pazienti affetti da diabete, acidosi, chetosi, cirrosi o disturbi congeniti del metabolismo.

Indicazioni d’uso

C8 MCT è un integratore base di trigliceridi a media catena che può essere utile in casi di cachessia soprattutto per per contrastare l’eccessiva perdita di peso. Inoltre rappresenta un ottimo alleato per migliorare le condizioni cliniche nutrizionali in soggetti affetti da patologie croniche epatiche e pancreatiche o con malassorbimento intestinale ma anche per migliorare la prestazione sportiva poiché permette un ottimizzazione del metabolismo energetico.

I trigliceridi a media catena o MCT (Medium Chain Triglycerides), sono una classe di acidi grassi saturi con 6-12 atomi di carbonio. Tali acidi grassi, a differenza di quelli saturi a lunga catena, vantano delle caratteristiche peculiari. In primo luogo gli MCT vengono riversati direttamente nel circolo portale, bypassando la via linfatica, inoltre hanno una migliore idrosolubilità, che li rende più facilmente attaccabili dalle lipasi gastrointestinali, infine possono entrare rapidamente nella via della beta-ossidazione, ovvero la via metabolica che porta, tramite la degradazione degli acidi grassi, alla produzione di energia. A differenza degli acidi grassi a catena lunga, infatti, gli MCT e in particolare quello a 8 atomi di carbonio, che prende il nome di acido caprilico, non devono legarsi alla carnitina per entrare nel mitocondrio, ma riescono ad attraversare rapidamente la doppia membrana mitocondriale e, di conseguenza, possono portare alla produzione di elevate quantità di acetil-CoA, in modo più rapido di quanto farebbero gli acidi grassi a catena lunga. Per tale motivo gli MCT si definiscono fortemente chetogenici, ossia portano alla produzione di corpi chetonici utilizzabili nei diversi tessuti per la produzione di energia, come via metabolica alternativa e/o complementare all’assunzione di zuccheri ed amidi, permettendo un risparmio di glicogeno, ma anche di amminoacidi a livello muscolare. Rispetto ai carboidrati, inoltre, gli MCT hanno un apporto energetico nettamente superiore. Per tali motivi numerosi studi hanno dimostrato l’efficacia del loro utilizzo. Studi condotti sia sull’uomo sia sui roditori hanno dimostrato che l’ossidazione degli MCT, infatti, induce un aumento del tasso metabolico, un aumento della termogenesi indotta dalla dieta, una riduzione delle dimensioni degli adipociti, una perdita di peso e un minore accumulo di grasso. Altri studi ne hanno, invece, dimostrato l’efficacia nella nutrizione enterale o parenterale in condizioni di patologie come l’insufficienza pancreatica cronica. Altri ancora riportano gli effetti positivi dell’utilizzo degli MCT, ed in particolare del C8, in ambito sportivo, non solo perché questi acidi grassi rappresentano una fonte energetica integrativa non trascurabile, ma anche perché sembrano modulare alcune vie di segnalazione come quella di Akt, AMPK e TGF-β con un conseguente incremento della biogenesi mitocondriale e del metabolismo nel muscolo scheletrico. L’aumento del metabolismo mitocondriale tuttavia non è associato a un aumento dello stress ossidativo nel muscolo scheletrico. Infatti, studi condotti su linee cellulari e su mitocondri murini isolati da tessuto muscolare hanno messo in luce che la presenza di MCT nella dieta è associata livelli più bassi di ROS, di lipidi e proteine ​​danneggiate dall’ossidazione.

Utilizzo degli MCT nelle diete chetogeniche e iperproteiche

Le diete chetogeniche come anche le diete iperproteiche sono regimi alimentari caratterizzati da un basso contenuto di carboidrati che possono essere seguiti in numerose circostanze che vanno dai disturbi neurologici, all’obesità, al diabete e ad altre condizioni metaboliche. Da un punto di vista metabolico la restrizione dei carboidrati porta ad un accumulo di acetoacetato il quale viene convertito in corpi chetonici: acetone e beta-idrossibutirrato. Questi, a loro volta, sono utilizzati per produrre Acetol-CoA.
Classicamente la dieta chetogenica possiede un rapporto lipidi/non lipidi di 3:1 o 4:1. Alternativamente può essere seguito un regime che possiede il 75% di calorie derivanti da lipidi e con un quantitativo di carboidrati massimo di 50 gr. In ogni caso è importante che circa un 60% dei lipidi sia costituita da MCT. L’importanza degli MCT in un regime chetogenico è stata messa in luce da uno studio clinico randomizzato e controllato con placebo. Dallo studio è emerso che gli MCT possono aumentare i livelli di beta-idrossibutirrato in modo lineare e dose-dipendente e ridurre il tempo impiegato dall’organismo per entrare in chetosi. Nello studio il raggiungimento di chetosi nutrizionale nei primi tre giorni è stato più elevato nei soggetti trattati MCT rispetto a quelli con trigliceridi a catena lunga (LCT): 17% contro 0%, il primo giorno, e 33% contro 18%, il secondo giorno. Inoltre la loro presenza nella dieta determinava una riduzione dei sintomi associati alla cheto-induzione e un aumento della termogenesi.
Nella pratica nutrizionale l’apporto calorico potrebbe seguire una ripartizione di macronutrienti così suddivisa:
10-12% di proteine ad elevato valore biologico
15 – 19% di carboidrati
70-65 % di grassi di cui una buona parte costituita da MCT.
Inizialmente la quantità di MCT viene fissata a circa 40% dell’apporto calorico per ridurre gli effetti collaterali soprattutto gastrointestinali indotti dagli MCT e, successivamente, aumentata fino ad un massimo del 60%. la quota lipidica rimanente è prevista come LCT.. In ogni caso la percentuale esatta di MCT deve essere stabilita individualmente.

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Acido caprilico MCT C8 5 grammi

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Si consiglia di seguire il seguente protocollo per l’integrazione di acidi grassi a media catena. Dal primo al terzo giorno, 5-7 grammi, pari a 1-1,5 misurino/i al giorno; dal terzo al settimo giorno, 10 grammi pari a 2 misurini al giorno; dal settimo giorno in poi, 15 grammi al giorno pari a 3 misurini. Confezionato in flaconi da 150 grammi.

Cautela d’utilizzo

Durante la gravidanza e l’allattamento è opportuno sentire il parere del medico. La contestuale assunzione di trigliceridi a media catena potrebbe facilitare l’assorbimento intestinale di farmaci liposolubili, vitamine liposolubili, carotenoidi, polifenoli lipofilici, acidi grassi essenziali, magnesio, calcio e di fitoterapici lipofili.

Attenzione

L’uso di trigliceridi a media catena dovrebbe avvenire con particolare cautela, e sotto la stretta supervisione medica, nei pazienti affetti da diabete, acidosi, chetosi, cirrosi o disturbi congeniti del metabolismo.

Indicazioni d’uso

C8 MCT è un integratore base di trigliceridi a media catena che può essere utile in casi di cachessia soprattutto per per contrastare l’eccessiva perdita di peso. Inoltre rappresenta un ottimo alleato per migliorare le condizioni cliniche nutrizionali in soggetti affetti da patologie croniche epatiche e pancreatiche o con malassorbimento intestinale ma anche per migliorare la prestazione sportiva poiché permette un ottimizzazione del metabolismo energetico.

I trigliceridi a media catena o MCT (Medium Chain Triglycerides), sono una classe di acidi grassi saturi con 6-12 atomi di carbonio. Tali acidi grassi, a differenza di quelli saturi a lunga catena, vantano delle caratteristiche peculiari. In primo luogo gli MCT vengono riversati direttamente nel circolo portale, bypassando la via linfatica, inoltre hanno una migliore idrosolubilità, che li rende più facilmente attaccabili dalle lipasi gastrointestinali, infine possono entrare rapidamente nella via della beta-ossidazione, ovvero la via metabolica che porta, tramite la degradazione degli acidi grassi, alla produzione di energia. A differenza degli acidi grassi a catena lunga, infatti, gli MCT e in particolare quello a 8 atomi di carbonio, che prende il nome di acido caprilico, non devono legarsi alla carnitina per entrare nel mitocondrio, ma riescono ad attraversare rapidamente la doppia membrana mitocondriale e, di conseguenza, possono portare alla produzione di elevate quantità di acetil-CoA, in modo più rapido di quanto farebbero gli acidi grassi a catena lunga. Per tale motivo gli MCT si definiscono fortemente chetogenici, ossia portano alla produzione di corpi chetonici utilizzabili nei diversi tessuti per la produzione di energia, come via metabolica alternativa e/o complementare all’assunzione di zuccheri ed amidi, permettendo un risparmio di glicogeno, ma anche di amminoacidi a livello muscolare. Rispetto ai carboidrati, inoltre, gli MCT hanno un apporto energetico nettamente superiore. Per tali motivi numerosi studi hanno dimostrato l’efficacia del loro utilizzo. Studi condotti sia sull’uomo sia sui roditori hanno dimostrato che l’ossidazione degli MCT, infatti, induce un aumento del tasso metabolico, un aumento della termogenesi indotta dalla dieta, una riduzione delle dimensioni degli adipociti, una perdita di peso e un minore accumulo di grasso. Altri studi ne hanno, invece, dimostrato l’efficacia nella nutrizione enterale o parenterale in condizioni di patologie come l’insufficienza pancreatica cronica. Altri ancora riportano gli effetti positivi dell’utilizzo degli MCT, ed in particolare del C8, in ambito sportivo, non solo perché questi acidi grassi rappresentano una fonte energetica integrativa non trascurabile, ma anche perché sembrano modulare alcune vie di segnalazione come quella di Akt, AMPK e TGF-β con un conseguente incremento della biogenesi mitocondriale e del metabolismo nel muscolo scheletrico. L’aumento del metabolismo mitocondriale tuttavia non è associato a un aumento dello stress ossidativo nel muscolo scheletrico. Infatti, studi condotti su linee cellulari e su mitocondri murini isolati da tessuto muscolare hanno messo in luce che la presenza di MCT nella dieta è associata livelli più bassi di ROS, di lipidi e proteine ​​danneggiate dall’ossidazione.

Utilizzo degli MCT nelle diete chetogeniche e iperproteiche

Le diete chetogeniche come anche le diete iperproteiche sono regimi alimentari caratterizzati da un basso contenuto di carboidrati che possono essere seguiti in numerose circostanze che vanno dai disturbi neurologici, all’obesità, al diabete e ad altre condizioni metaboliche. Da un punto di vista metabolico la restrizione dei carboidrati porta ad un accumulo di acetoacetato il quale viene convertito in corpi chetonici: acetone e beta-idrossibutirrato. Questi, a loro volta, sono utilizzati per produrre Acetol-CoA.
Classicamente la dieta chetogenica possiede un rapporto lipidi/non lipidi di 3:1 o 4:1. Alternativamente può essere seguito un regime che possiede il 75% di calorie derivanti da lipidi e con un quantitativo di carboidrati massimo di 50 gr. In ogni caso è importante che circa un 60% dei lipidi sia costituita da MCT. L’importanza degli MCT in un regime chetogenico è stata messa in luce da uno studio clinico randomizzato e controllato con placebo. Dallo studio è emerso che gli MCT possono aumentare i livelli di beta-idrossibutirrato in modo lineare e dose-dipendente e ridurre il tempo impiegato dall’organismo per entrare in chetosi. Nello studio il raggiungimento di chetosi nutrizionale nei primi tre giorni è stato più elevato nei soggetti trattati MCT rispetto a quelli con trigliceridi a catena lunga (LCT): 17% contro 0%, il primo giorno, e 33% contro 18%, il secondo giorno. Inoltre la loro presenza nella dieta determinava una riduzione dei sintomi associati alla cheto-induzione e un aumento della termogenesi.
Nella pratica nutrizionale l’apporto calorico potrebbe seguire una ripartizione di macronutrienti così suddivisa:
10-12% di proteine ad elevato valore biologico
15 – 19% di carboidrati
70-65 % di grassi di cui una buona parte costituita da MCT.
Inizialmente la quantità di MCT viene fissata a circa 40% dell’apporto calorico per ridurre gli effetti collaterali soprattutto gastrointestinali indotti dagli MCT e, successivamente, aumentata fino ad un massimo del 60%. la quota lipidica rimanente è prevista come LCT.. In ogni caso la percentuale esatta di MCT deve essere stabilita individualmente.

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